TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

martedì 2 giugno 2009

Acqua. Lauti guadagni.

Chi l'avrebbe detto. La quasi ovunque imbevibile acqua dei nostri acquedotti, rende un bel po' di soldi, soprattutto se la si fa pagare tanto. Soprattutto rende questo sistema metà privato (delle banche) e metà privato (dei partiti). Chissà se questo porterà più rapidamente alla formazione del colosso dell'acqua, che per ora è in alto mare, o farà del tutto tramontare la fusione?
mv


Publiacqua nuota in 8 milioni di utile
Bilancio record per la spa, parla il vicepresidente Renzo Fagioli
il Tirreno 02.06.2009

PISTOIA. L’azienda ha fatto segnare un utile di oltre 8 milioni. Ma chi sperasse in una riduzione delle bollette, rimarrà deluso, almeno per ora. Si parla di Publiacqua, la società pubblico-privata che dal 2003 gestisce i servizi idrici della Toscana centrale. Un’attività fiorente, stando ai bilanci degli ultimi due anni. Se nel 2007 l’utile di Publiacqua, cui fanno capo anche le aree di Firenze, Prato, del Mugello e del Valdarno, era di 5 milioni e 700mila euro, nel 2008 ha superato gli 8 milioni.
Di contro, le tariffe richieste ai cittadini per accedere al servizio non sono calate di una virgola. Semmai si sono assestate su valori più alti. Abbiamo chiesto spiegazione di questo contrasto a Renzo Fagioli, vicepresidente Publiacqua. «Il capitale investito deve avere un rendimento - chiarisce - che genera un utile all’azienda, sarebbe negativo il contrario. Noi siamo riusciti a mettere a frutto i soldi degli investitori e quelli delle bollette, la gente dovrebbe essere preoccupata se fossimo in deficit, perché significherebbe che per colmare le perdite dell’anno precedente sarebbe necessario un aumento delle tariffe».
Niente sconti in bolletta. Il fatto che muove la perplessità dei cittadini è che a fronte di questa impennata degli utili, le tariffe stabilite per l’erogazione del servizio non scendono. «Non dipendono da noi - prosegue il vicepresidente Publiacqua - sono fissate dai Comuni in base ad investimenti programmati».
Ma com’è successo che Publiacqua sia riuscita a lavorare così bene da essere in grado di suddividere tra i soci investitori un totale di 8 milioni di euro? «Abbiamo migliorato la fatturazione - prosegue Fagioli - che adesso è regolare nelle scadenze e nell’ammontare dei pagamenti richiesti, poi ci siamo impegnati nel recupero crediti. Inoltre abbiamo modificato l’organizzazione interna dell’azienda, rendendola più efficiente e “verticale” e riducendo il personale che oggi conta 670 dipendenti, mentre tre anni fa ne aveva 740». E poi c’è stato il vero e propio risparmio, grazie al contenimento di energia elettrica e acqua che in passato andavano sprecate. «Portiamo avanti un intervento continuo - dice ancora Fagioli - di riduzione delle perdite nella rete idrica. Ciò porta a un risparmio perchè pompiamo meno acqua e quindi consumiamo molta meno energia elettrica e, riducendo i contatti dell’acqua con l’ambiente esterno, risparmiamo sugli agenti chimici potabilizzanti, che costano molto».
Dove finiranno i soldi. Riorganizzazione e risparmi, secondo il vicepresidente Publiacqua, hanno portato l’azienda a registrare un utile di oltre 8 milioni nel bilancio 2008 (il documento verrà presentato solo alla fine di giugno). Utile che sarà suddiviso tra gli azionisti: oltre ai 49 Comuni, che in totale detengono il 60 per cento del capitale, i soldi andranno a un gruppo di azionisti capitanati da Acea Spa (di cui fanno parte anche Monte dei Paschi di Siena e Suez Environnement Sa), che ha il 40 per cento del capitale. Al Comune di Pistoia, titolare di poco meno del 4% della società, degli 8 milioni di utile spetterà una somma netta di oltre 300mila euro.
Reinvestire in servizi per la gente. «Con la legge Galli, la formulazione della tariffa è praticamente imposta - spiega Barbara Lucchesi, assessore alle società partecipate del Comune di Pistoia -, si considerano i metri cubi totali consumati l’anno precedente e l’ammontare degli investimenti in programma, e poi i costi vengono spalmati sul numero di utenti».
Quindi dove andranno a finire quegli oltre 300 mila euro che Publiacqua darà al Comune a seguito della gestione idrica 2008? E’ ancora incerto. «Questa somma non è un guadagno per il Comune, entra in bilancio, - conclude l’assessore - e ancora non è stato stabilito come destinarla. Lo diremo chiaramente, comunque sarà reinvestita per garantire servizi».
Anna Cecchini

1 commento:

Anonimo ha detto...

Renzo Fagioli, CISL, ha: 1. la pensione della scuola senza avere mai insegnato; 2. ha la pensione del sindacato per il quale, a Roma, ha fatto più vita che impegno; 3. ha 33mila euro l'anno per fare il 'pavoncello' sempre pronto a parlare dinanzi a telecamere e cronisti.
Ecco cosa significa fare il sindacalista: salire su un treno mafioso che ha, come ruote, affari fatti come rotoli di carta igienica, ma in cui ogni foglio è una banconota da 500 €.
L'Italia che abbiamo voluto? Una vera e propria associazione da "puppo alla puppa della vacca grassa".
Non è una vergogna? Non è uno sconcio? Cosa fanno questi santi sindacalisti per i giovani e per i disoccupati? Gli vanno in... culo!