TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

martedì 2 giugno 2009

Prato. Le ferree regole della rendita

La vicenda è di quelle significative... E testimonia una crisi che in fondo va avanti da più anni...
MV

da il Tirreno del 02/06/09

Braccio di ferro tra rendita e impresa
La storia emblematica della Bata: o paga l’affitto o paga gli operai

Il titolare denuncia: l’immobiliare pignora beni presso i clienti e le banche ma noi non vogliamo chiudere

PRATO. Le ragioni e gli interessi della rendita immobiliare si scontrano con quelle di chi investe per produrre, nella vicenda che in questi giorni sta facendo dormire sonni agitati alle sessanta famiglie dei lavoratori della Rifinizione Bata di via Bonicoli, una delle più vecchie della città.

Le ragioni, cioè, di chi campa sul mattone e di chi invece campa (e dà lavoro) sul tessuto. Una storia esemplare di come potrebbe finire questa città.
Fabio Tarli, titolare della rifinizione di via Bonicoli, è alle prese coi creditori. Non solo con Inps ed Equitalia, che gli hanno messo all’asta beni e macchinari per oltre 5 milioni di euro, come abbiamo raccontato la scorsa settimana, ma anche con l’immobiliare di Modesto Biagioli, come lo stesso Tarli ha raccontato ieri in una lettera aperta.
Furono Foresto Tarli (padre di Fabio) e Pietro Barbieri a rilevare l’attività della Rifinizione Toscana di Modesto Biagioli e Paola Calamai in via Bonicoli negli anni Settanta. L’immobile rimase di proprietà di Biagioli e la nuova azienda, che è arrivata ad avere anche cento dipendenti, cominciò a pagare l’affitto. Nel 2001 Barbieri decise di defilarsi lasciando tutto in mano a Tarli. «Una scelta intelligente» dice ora il titolare, perché già allora si vedevano le avvisaglie della crisi. E’ in quel periodo che Tarli, così racconta, fa grossi investimenti in macchinari e chiede al proprietario Biagioli una ristrutturazione dell’immobile. Ne nasce un contenzioso, e nel 2004 il canone aumenta in cambio della promessa di una pronta ristrutturazione. Ai primi del 2007, continua Tarli, i lavori sono appena all’inizio e la Bata chiede una sospensione del pagamento del canone. Parte il primo decreto ingiuntivo dell’immobiliare e la rifinizione torna a pagare. Al tempo stesso rinnova la richiesta di sospensione dell’affitto e ne nasce una causa civile che è tuttora pendente in Tribunale. «Solo quest’anno la perizia ordinata dal giudice ci ha dato ragione - dice ora Fabio Tarli - ma la causa è stata rinviata a ottobre anche in seguito al trasferimento del giudice».
«Non contenta - aggiunge Tarli - l’Immobiliare Biagioli ha oggi chiesto e ottenuto un nuovo decreto ingiuntivo per i canoni maturati nel frattempo, anche questo decreto è stato opposto e rinnovata la richiesta di risarcimento, ma poiché è immediatamente esecutivo, l’immobiliare ha proceduto a eseguire un pignoramento presso terzi nei confronti dei nostri migliori clienti e delle banche costringendo Bata a non adempiere ai suoi obblighi nei confronti dei lavoratori e quindi a valutare l’idea estrema di sospendere la produzione».
Sembra un de profundis, ma Tarli assicura che non è così. Giura che farà di tutto per non chiudere, altrimenti la rendita, ancora una volta, avrebbe vinto sulla produzione.

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