TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

giovedì 4 giugno 2009

Prato verso le amministrative. Clima da stadio

Una testimonianza dal vivo...
MV

da il Tirreno del 04/06/09
I fans di Silvio, invasati e violenti

Vi scrivo perchè oggi è stato uno dei giorni più brutti della mia vita. Sono una studentessa di 22 anni e oggi ho partecipato alla manifestazione di protesta contro la visita del premier Berlusconi a Prato.
Sono arrivata al Museo Pecci, luogo in cui era fissato l’incontro, verso le 18.40 e mi sono inserita nel gruppo di pacifici manifestanti. Quasi tutti ragazzi, volti scoperti, mani in alto.
Davanti alla fila composta degli oppositori la polizia schierata in tenuta antisommossa: caschi, manganelli e scudi. Stavamo intonando i nostri cori di protesta quando arriva un signore incravattato che cerca di strapparci il manifesto di mano.
Dopo poco lo stesso ordina ai poliziotti di farci indietreggiare. Ecco che le forze dell’ordine ci strattonano violentemente. Alcuni cadono. Indietreggiamo e riprendiamo la nostra protesta.
Dopo poco ci spostiamo verso l’uscita e continuiamo a rendere esplicite le nostre idee, il perchè siamo lì. La polizia ci blocca di nuovo e, questa volta, si crea una situazione alla quale speravo di non dover mai assistere nella mia vita. Le forze armate, dopo averci spinto con violenza, iniziano, senza alcun motivo, a manganellare i ragazzi che erani in prima fila. Nei loro occhi una rabbia e un senso di potenza che mi ha lasciata senza parole. Ho pianto dall’incredulità e mi sono resa conto che in questo Paese ormai non si può più esprimere dissenso. Se non ci si conforma alla maggioranza tanto vale essere picchiati e presi in giro. L’impotenza è il sentimento che ormai prevale in me.
Finita la conferenza, i partecipanti, dall’alto delle loro gradinate, protetti dalla polizia, inveivano e si facevano beffa di noi, che, in totale compostezza, continuavamo a portare avanti la nostra contestazione.
Non so come ad un certo punto mi sono ritrovata, con una mia amica, fra la polizia ed il gruppo di sostenitori che usciva dall’anfiteatro. Una donna sulla sessantina si è scagliata contro di noi dandoci delle troie (scusate la parola), e urlandoci che dovremmo tutti bruciare nei roghi. Tutti quelli che le erano accanto hanno iniziato a fare dei saluti fascisti e a farci dei gesti che è meglio dimenticare. Un uomo di circa trent’anni si è lanciato sulla mia amica gridandole di morire in una camera a gas, e la sua fidanzata, rossa in viso dall’eccitazione, ci urlava contro le peggiori offese. Un altro ci ha accusato di essere la rovina del Paese ed un’altra donna mi ha urlato di andare a lavorare, come se coloro che hanno un’opinione divesra da quella del governo al comando fossero tutti fannulloni.
Non sono mai stata aggredita in tale modo in vita mia. Non pensavo che i sostenitori di Silvio fossero dei tali invasati. Non mi sarei mai immaginata un clima simile. La conclusione che ho tratto da questa giornata è che l’unica soluzione per un ragazzo di vent’anni è forse andarsene dall’Italia, che non tiene assolutamente conto di noi giovani che dovremmo essere invece il futuro del nostro Paese, la forza che porta al miglioramento. Ma ciò è ormai quasi impossibile.
Mi sento impotente e presa in giro. Sono totalmente indignata. Vale la pena protestare per essere picchiati e derisi, per leggere poi che “alla fine del comizio, però, si sono avuti momenti di tensione, quando i simpatizzanti del Pdl sono usciti dall’anfiteatro sono stati aggrediti verbalmente da un gruppo di contestatori”, quando poco prima eravamo stati picchiati senza motivo? Cos’è peggio, un’aggressione verbale o una manganellata?
Scusate lo sfogo, ma spero che ciò che è successo non rimanga nell’ombra. Cominciamo a non accettare più nessuna limitazione delle nostre libertà. Voglio poter esprimere liberamente e senza paura ciò che penso.
Caterina Capecchi

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