TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

sabato 6 giugno 2009

Scuola. Una scuola iraniana!

Il caso di un prof che aveva distribuito un questionario agli studenti sull'insegnamento della religione. Facciamo notare che tutti gli istituti scolastici sono obbligati ad offrire insegnamenti alternativi all'ora di religione. Quindi semmai era il caso di sanzionare la scuola che non era evidentemente in regola.
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Le motivazioni nella nota di sospensione: disordinato, pochi voti sul registro
Si fa solo cenno al questionario sulla religione che in realt
à ha aperto il caso Cesena, così è stato punito il prof I docenti: sono 'reati' di tutti La protesta di Cgil e Cobas: "Sei mesi neppure a docenti condannati per pedofilia"
di SALVO INTRAVAIA

Cesena, così è stato punito il prof I docenti: sono 'reati' di tutti
"Colpirne uno per dissuadere tutti i collegi dei docenti italiani dal discutere qualsiasi questione che riguardi l'ora di Religione". Il portavoce dei Cobas, Piero Bernocchi, sulla vicenda del prof sospeso per avere rivolto una semplice domanda - ma sulla Religione cattolica - ai propri alunni è lapidario. In tre giorni, la vicenda è diventata un caso. Poche ore dopo la pubblicazione della notizia su Repubblica.it, l'Ufficio scolastico regionale dell'Emilia Romagna, guidato da Luigi Catalano, ha addirittura diffidato gli organi di informazione dal "travisare i fatti". Mentre i deputati Radicali presentano una interrogazione parlamentare al ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, perché al docente "venga immediatamente reintegrato" almeno lo stipendio.

"E' infondato - si legge nella nota di smentita dell'Ufficio scolastico regionale - che tale sospensione sia stata comminata per le ragioni riportate dalla stampa. (...) Il docente - spiega il comunicato - è stato sanzionato per una molteplice serie di comportamenti concernenti i doveri di ufficio e la dimensione relazionale e cooperativa, che costituisce un valore irrinunciabile per la scuola". Per queste ragioni, l'ufficio di Catalano diffida "gli organi di stampa e televisivi dal continuare a dare una rappresentazione capziosa dei fatti", minacciando azioni giudiziarie.
Peccato che il comunicato non citi i gravi comportamenti di cui si sarebbe macchiato Alberto Marani, docente di Matematica e Fisica del liceo scientifico Righi di Cesena. Ma andiamo con ordine. Marani sarebbe stato sospeso per due mesi per avere chiesto ai 70 alunni delle tre classi dove insegnava quanti avrebbero scelto l'ora di Religione se la scuola programmasse anche una materia alternativa, obbligatoria per legge.
Alla base della dura punizione, però, c'è altro. Repubblica.it ha ottenuto il documento con il quale, lo scorso 6 febbraio, il dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale di Forlì-Cesena, Gian Luigi Spada, contesta all'interessato le sue colpe. "La S. V. non tiene con la dovuta cura la documentazione relativa all'attività di docente", si legge nella contestazione. Insomma: Marani sarebbe un uomo, professionalmente parlando, disordinato. "Non ha ancora prodotto la Programmazione didattica della disciplina insegnata", "non ha ancora fornito ai propri alunni i risultati" del compito svolto alcuni mesi prima e "dopo oltre un mese nel registro personale sono annotate soltanto assenze ed una prova scritta". Ma non solo: il "disordinatissimo" docente di Matematica è anche "reo" di avere sbagliato a trascrivere il nominativo di una alunna sul registro personale "ingenerando dubbi sull'attribuzione dei voti".
E ancora: "il prof non ha ancora consegnato la Dichiarazione dei servizi pre-ruolo" (un documento che è interesse dello stesso insegnante produrre) e ha firmato, in qualità di rappresentante Cobas un "atto di diffida usando termini non consoni" e "un atteggiamento supponente". Solo incidentalmente, tra i rilievi, si cita che il prof "ha sottoposto ai suoi alunni un questionario riguardante una materia di insegnamento diversa da quella propria e successivamente indirizzato ai colleghi una proposta di modifica del Piano dell'offerta formativa". E che "ha usato materiali e strumenti dell'Istituzione scolastica per diffondere comunicazioni aventi carattere sindacale e argomenti di attualità comunque estranei ai propri compiti istituzionali".
Secondo Domenico Pantaleo, leader della Flc Cgil, "si ha l'impressione di una punizione eccessiva rispetto ai fatti contestati. Si è voluto stigmatizzare - continua Pantaleo - la vicenda del questionario sulla Religione". "Fatti come quelli contestati al collega - rilancia Bernocchi - farebbero sospendere quattro quinti degli insegnanti italiani. Si ricorda inoltre che neppure a insegnanti condannati per atti di pedofilia a scuola sono stati comminati sei mesi di sospensione dal servizio, pena richiesta dall'ufficio scolastico regionale. La verità è - continua il portavoce dei Cobas - che si è toccato un tasto delicato: il questionario evidenzia che, in presenza dell'ora alternativa, la Religione verrebbe seguita dal 10 per cento degli studenti. Per questa ragione le scuole se ne guardano bene dall'organizzarla".

Il risultato del questionario in effetti è stato sorprendente: l'11 per cento degli alunni sceglierebbe comunque l'ora di Religione, la restante parte opterebbe per Storia delle religioni o Diritti umani. Esito che, secondo la ricostruzione dello stesso Marani, ha fatto andare su tutte le furie il collega di Religione. Anche se il collegio dei docenti ha successivamente approvato la proposta dell'insegnante di Matematica di organizzare una attività alternativa alla Religione. Marani, inoltre, dà una risposta a tutte gli altri addebiti. Spiega che il compito in classe non corretto è stato annullato e la decisione immediatamente comunicata agli studenti. E riguardo alle documentazioni non prodotte in tempo, lo stesso prof ricorda di esser stato quasi due mesi (novembre e dicembre) assente per malattia e di avere privilegiato al rientro le attività di verifica e gli scrutini. Insomma: di non avere avuto il tempo materiale per produrre le varie documentazioni mancanti. Ma queste giustificazioni non sono bastate.
(5 giugno 2009 Repubblica.it)

2 commenti:

Io Non Sto con Oriana ha detto...

...E cosa c'entrano l'Iran e le sue scuole?

municipio verde ha detto...

Neanche noi stiamo con Oriana. Diciamo che ci piacerebbe uno stato laico, non come l'Iran o l'Italia. Non conosciamo l'organizzazione della scuola in Iran, se qualcuno ne sa più di noi, ci fa piacere se ci insegna qualcosa. Dubitiamo però che a Teheran il prof in questione sarebbe serenamente al suo posto. Invece in Italia la costituzione parla chiaro sui principi di laicità dell'istruzione pubblica ma i governi che si susseguono, fanno in modo di perpetuare i privilegi della chiesa cattolica nell'ambito del'educazione e dell'istruzione dei giovani cittadini, anche violando le loro stesse leggi di facciata.
Riccardo B.