Questo è quello che un comune mortale, dopo aver sentito prima il sindaco Romagnoli (la battuta sul concerto di Vasco Rossi) alla presentazione delle strategie sull'area dell'Ex Banci il 22 marzo scorso e poi Loris Zanfranceschi (i tornei di ping pong) all'incontro organizzato dal gruppo dei 38-1 svoltosi ieri sera, si aspetterebbe di veder sorgere da un momento all'altro.
In entrambi i casi, facezie a parte, sembra di poter dire che di idee ce ne sono poche e confuse - salvo che non ci si debbano aspettare "conigli dal cappello a cilindro" dell'ultimo minuto.
Ma vediamo un po' che cosa c'è in campo...
Sappiamo per certo che, e lo ha confermato Zanfranceschi, un polo esclusivamente "fieristico" dell'estensione prevista sarebbe poco meno di una assurdità - visto che i veri poli fieristici sono almeno dieci volte tanto - e quindi è necessario concepire la struttura come un polo "aggregatore di eventi".
Sappiamo, altrettanto per certo, che la realizzazione di questo polo avrà ricadute sulla rete infrastrutturale (sempre che, aggiungiamo maliziosamente, il polo funzioni...).
Sappiamo altresì che questo progetto, nelle intenzioni dell'amministrazione e delle sue articolazioni (leggi: Consiag) deve - vorrebbe - essere il "volano" di un processo di rilancio della città.
Sappiamo, però, anche altre cose: intanto, che di progetti - o meglio, di masterplan - ce ne sono almeno due, e cioè quello dell'Ufficio di Piano e quello redatto da Urban per conto di Consiag, che ancora non c'è dato di sapere cosa contengano effettivamente (molti degli intervenuti all'incontro dei 38-1 si aspettavano qualcosa di più da Zanfranceschi, in proposito...), e che su questi due progetti c'è in corso un bello scontro.
E quindi? Cosa possiamo, da semplici osservatori quali siamo, concludere?
Intanto, che è necessario notare alcune gravi pecche di tutto il processo: si sta discutendo di un progetto che esplicitamente vuole essere uno snodo fondamentale del futuro della nostra città, e al tempo stesso sembra che né vi sia una vera "visione" di quale futuro si vuole costruire, né si abbia intenzione di far partecipare attivamente la cittadinanza a tale processo di elaborazione.
Nel dettaglio, si vuol dar vita ad un "polo di eventi", che però sembra più una valvola di sfogo per le strutture fiorentine che un centro autonomo, senza contare il fatto che si potrebbe anche dubitare sulla capacità di crearli quegli eventi necessari a rendere "viva" questa struttura.
Oltre a questo, manca per il momento una indicazione certa sul destino di una struttura, quella dell'ex Banci, architettonicamente di grande impatto, e di indubbio valore "archeologico" (di archeologia industriale), che merita, a nostro parere, ben altro destino che la demolizione.
C'è poi l'impressione, forte, che dietro a tutto questo ci siano molti interessi a breve termine (sia finanziari che elettorali), e che ben poco hanno a che vedere con il bene della città nel suo complesso. E per "questo" si intende tutto il processo legato alla variante sulla Declassata, che costituisce il vero e proprio snodo che consentirebbe di dare il via libera non solo agli interventi sulla ex Banci ma anche ad altri, legati magari a quello studio del CRESME che prevedeva un fabbisogno abitativo, per i prossimi 10 anni, di ben 12500 unità abitative.
Solo così si spiegherebbe l'ansia di chiudere la pratica, prima con il passaggio della Conferenza dei Servizi per le linee generali della Variante e successivamente con una rapida approvazione in Consiglio del regolamento urbanistico legato alla variante - che sembra sia già a buon punto nella sua stesura. Tutto il resto, partecipazione inclusa, è né più né meno che un fastidio...
Il panorama, oggettivamente, ci pare desolante, così come la prospettiva di farsi, prima o poi, un bel torneo di ping pong all'Ex Banci, magari, facciamo notare, dopo un hamburgher al McDonald e un film alla Multisala.
Municipio Verde
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