TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

sabato 6 giugno 2009

Prato verso le amministrative. La sintesi di programma di Sinistra RossoVerde in provincia

Sintesi del programma della Sinistra RossoVerde per la Provincia di Prato.
MV


CULTURA/CULTURE
La cultura e la produzione di cultura devono assumere un ruolo centrale nel futuro della provincia!
Creazione di una vera rete – che non rimanga sulla carta o nell’archivio delle buone idee mai realizzate - del patrimonio ambientale, artistico, culturale ed archeologico della provincia, partendo da una prioritaria valorizzazione dell’esistente, in particolare con la creazione del Parco Archeologico della Civiltà etrusca – in tempi certi – che veda al centro il recupero della città etrusca di Gonfienti (e non il suo sotterramento)
La provincia di Prato ha l’occasione di diventare un vero laboratorio di livello europeo sulle politiche per la multiculturalità, partendo dalla sua tradizione di accoglienza.
Realizzazione di un Centro di Cultura Sinica, sul modello dell’Istituto del Mondo Arabo di Parigi, in stretta collaborazione con la grande comunità cinese residente a Prato e provincia e coinvolgendo istituzioni culturali, politiche e sociali, che coniughi alta formazione universitaria –anche in collaborazione con atenei cinesi – e creazione di spazio culturali condivisi.
Al fine di mettere in campo politiche atte alla realizzazione di un vero tessuto sociale multiculturale – oggi più che mai necessario a fronte di una multiculturalità di fatto che è affrontata come problema, piuttosto che come risorsa - è necessaria sia una riorganizzazione complessiva delle aree funzionali della struttura amministrativa provinciale, sia una rivisitazione e ristrutturazione delle iniziative sino ad oggi intraprese. Per questo, si propone l’istituzione, attraverso l’accorpamento di deleghe specifiche, di un assessorato alla multiculturalità che abbia il compito non solo di creare quella rete di servizi necessari per l’accoglienza e lo sviluppo della cittadinanza immigrata, ma contemporaneamente di realizzare politiche di mediazione interculturale nei confronti dei cittadini autoctoni, in stretta collaborazione con le amministrazioni comunali.

POLITICHE PER LA PERSONA E PER IL CITTADINO
Piena applicazione dei principi della legge regionale 41/2005 sul Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale:
a) rispetto della libertà e dignità della persona; b) garanzia dell'uguaglianza, delle pari opportunità rispetto a condizioni sociali e stati di bisogno differenti, valorizzazione della differenza di genere; c) valorizzazione delle capacità e delle risorse della persona; d) perseguimento della possibilità di scelta tra le prestazioni erogabili; e) adeguatezza, appropriatezza e personalizzazione degli interventi; f) prevenzione e rimozione delle condizioni di disagio sociale; g) sostegno all'autonomia delle persone disabili e non autosufficienti; h) valorizzazione e sostegno del ruolo peculiare delle famiglie quali luoghi privilegiati per la crescita, lo sviluppo e la cura della persona; i) partecipazione attiva dei cittadini singoli o associati, nell'ambito dei principi di solidarietà e di autoorganizzazione anche mediante processi partecipativi ai sensi della legge regionale 27 dicembre 2007, n.69 (Norme sulla promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali); (10)j) sviluppo e qualificazione degli interventi e dei servizi e valorizzazione delle professioni sociali
Non possiamo garantire lavoro, ma possiamo promuovere la tutela del reddito. In particolare, la Provincia dovrà essere capofila della realizzazione dello strumento del Minimo Sociale Garantito (o “reddito di esistenza”), con l’obiettivo di garantire un sostegno permanente al reddito alla persona, a prescindere dallo status occupazionale. Una commissione di esperti dovrà progettare, oltre ad uno schema di coordinamento delle politiche sociali dei comuni, le politiche di bilancio e le leve finanziarie utilizzabili in proprio dall’amministrazione provinciale, inclusa la creazione di un sistema di moneta complementare sul livello provinciale (prendendo come modello il sistema dello SCEC, o “Solidarietà ChE Cammina”).
Trasparenza, partecipazione e cittadinanza attiva. Crediamo fortemente nella partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e alla condivisione delle scelte strategiche per il territorio e per la vita di tutti. Dobbiamo però constatare l’inefficacia della cosiddetta “Agenda 21” nell’avvicinare il semplice cittadino all’attività dell’ente provinciale, ed è necessario quindi ripensare alle modalità e agli strumenti per poter favorire veri processi partecipativi. A partire dall’introduzione del bilancio partecipativo, la Provincia dovrà quindi dotarsi di una serie di istituti (a partire dal referendum deliberativo, fino a forme di attivazione permanente della cittadinanza) che dovranno essere riassunti in un vero e proprio Patto di Cittadinanza Attiva, una sorta di “costituzione” che individui con precisione gli ambiti e gli strumenti possibili per la partecipazione, e al contempo impegni l’amministrazione nel seguire le deliberazioni della cittadinanza.
Ma dato che base di ogni processo partecipativo che si voglia definire tale è individuabile nell’accesso alle informazioni e nella comunicazione corretta, prioritario è un forte investimento sia per rendere completamente trasparente l’attività dell’ente, sia per poter dar voce a tutte le problematiche che il territorio può esprimere. Dato l’avvento del digitale terrestre, e delle possibilità offerte dallo strumento, è possibile la realizzazione di una “Citizen TV” interattiva che non sia espressione dell’amministrazione, ma che possa essere utilizzata sia per reperire informazioni, sia per promuovere il confronto tra idee diverse sullo sviluppo della provincia.

POLITICHE DELLA PACE E DELLA COOPERAZIONE
Nel solco della tradizione pacifista espressa nel tempo dalla Toscana e dalla sua popolazione, proponiamo l’adesione formale della Provincia di Prato alla prossima Marcia Mondiale per la Pace promossa dal Movimento Umanista – che si terrà dal 2 ottobre del 2009 al 2 gennaio del 2010.
Prato e l’Europa. Siamo fermamente convinti che le comunità locali possono essere il motore trainante per il rilancio del processo di integrazione europea in chiave federalista. Per questo, obiettivo della prossima amministrazione sarà quello di coinvolgere i vari livelli di governo del territorio in Europa in una iniziativa di “Costituente” dal basso della Federazione Europea, da tenersi a Prato.
Nel campo della cooperazione internazionale, il rafforzamento delle relazioni istituzionali con la Repubblica Popolare Cinese, anche attraverso le relazioni creabili in collaborazione con la comunità cinese residente, deve essere prioritario, nell’ottica della creazione di nuove opportunità di crescita e comprensione reciproca.

POLITICHE PER IL TERRITORIO E L’AMBIENTE
Adesione alla Strategia Rifiuti Zero. In quest’ottica, si ribadisce un “no” deciso non solo alla costruzione dell’inceneritore nella zona del Calice, ma anche l’adesione a qualsiasi protocollo di gestione del ciclo dei rifiuti che preveda l’incenerimento tra le fasi finali del ciclo, che si traduce in una altrettanto netta contrarietà alla costruzione dell’impianto di Case Passerini e al potenziamento dell’inceneritore di Montale. Le risorse che dovrebbero essere destinate a questi impianti – nocivi per l’ambiente e la salute delle persone – vengano dirottate sul sostegno ad una nuova filiera del riciclo e del riutilizzo, oltre che all’implementazione della raccolta differenziata spinta porta a porta su tutto il territorio provinciale (d realizzare entro il 2010) e alla messa in campo di politiche finalizzate alla riduzione della produzione dei rifiuti.
Cemento Zero. Non un granello di cemento in più deve cadere su Prato e sulla sua provincia! La devastazione del territorio causata da uno sviluppo assurdo del costruito impone una scelta decisa verso lo “stop” al consumo di nuovo territorio e verso il recupero di aree importanti dello stesso al “verde”, come ad esempio sarebbe necessario ipotizzare nel fondovalle in Valbisenzio – territorio particolarmente compromesso dall’edilizia industriale ed abitativa. Il prossimo Piano Territoriale di Coordinamento dovrà prevedere, in questo senso, limiti e strumenti normativi molto precisi e severi.
Creazione di un “Sistema Integrato di Parchi”, che – partendo dalle ipotesi in campo di Parco agricolo e del Parco Archeologico – venga prima di tutto integrato con la costituzione di un grande Parco Naturale dell’Appennino e della Valbisenzio, includente le aree della Calvana e del Monteferrato, superando così il sistema delle Aree Naturali protette. Il Sistema dei parchi dovrebbe inoltre prevedere la creazione di “corridoi” ambientali e paesaggistici – anche attraverso gli altri due parchi – che consentano un collegamento naturale fino alle zone di Pietramarina e Artimino.
Energie alternative, prima di tutto! Perché è prioritario investire sulle fonti rinnovabili, favorendone non solo l’adozione ma anche gli investimenti nella ricerca e nel miglioramento tecnologico, ma senza dimenticare che è ancora più fondamentale ri-creare una cultura “a basso consumo energetico”, oltre che individuare le soluzioni migliori nel rispetto del territorio e del paesaggio.
Infrastrutture? Si, ma utili, e nel rispetto dell’ambiente. La situazione dell’area metropolitana richiede qualcosa di più che la progettazione estemporanea di tramvie e terze corsie, per migliorare la mobilità della zona. In questo senso, sarebbe sicuramente opportuno ipotizzare uno sviluppo “reticolare” dei sistemi di trasporto pubblico locale, al fine di potenziare non solo il collegamento “ovest-est”, verso Firenze, ma anche – e soprattutto – il sistema nord/sud, che risulta fortemente penalizzato. Qualsiasi progetto non può però prescindere da una seria valutazione dell’impatto ambientale di ogni intervento. Si tratta infatti di andare ad operare su un territorio già fortemente compromesso dalle scellerate politiche degli ultimi decessi, e che non può permettersi ulteriori errori!

POLITICHE ECONOMICHE E DEL LAVORO
Negli anni passati una intera generazione di industriali ha prodotto ricchezza ed occupazione nella nostra città. La generazione successiva invece ha prodotto danni incalcolabili. Dalla delocalizzazione dei settori produttivi, passando per lo strangolamento sistematico del settore artigiano, in particolare dei contoterzisti, fino alla mera speculazione edilizia – dall’affitto dei capannoni alle “riconversioni”, privilegiando i meccanismi della rendita piuttosto che dell’investimento.
A questo scempio dobbiamo avere il coraggio di dire basta. Crediamo opportuno premiare invece chi fa impresa sfruttando le nuove tecnologie, chi fa ricerca dando lavoro ai propri concittadini e permettendo a Prato di primeggiare o quantomeno competere con altre realtà italiane, europee e mondiali. Queste aziende vanno incentivate dando loro la possibilità di promuovere i propri prodotti alle fiere di tutto il mondo.
Uscire dal tunnel del tessile! Illudersi che Prato e il distretto possano tornare a temi d’oro del tessile non solo rischia di essere vano, ma addirittura controproducente, perché si scommette su un sistema che è in crisi da ormai un decennio e che l’attuale congiuntura economica ha solo aggravato. E’ quindi necessario iniziare seriamente ad interrogarsi su come si può “uscire da tunnel del tessile”, e ipotizzare dunque una differenziazione ed una articolazione del sistema produttivo su linee diverse dalle tradizionali.
Per certo, è necessario salvare il salvabile del tessile – inteso come qualità ed innovazione di prodotto, e di “chiusura della filiera” grazie anche ad una nuova sinergia con il “distretto manifatturiero” cinese; in secondo luogo, proprio per “vocazione storica” della città, implementare già nel breve periodo un’industria del riciclo, del riutilizzo e del recupero che possa porsi come punto di riferimento a livello nazionale nella gestione del “ciclo dei rifiuti”, con una ricaduta positiva anche sul piano ambientale (oltre che lavorativo).
Ma è necessario che si sviluppi una nuova forma di economia: per questo, è da valutare la possibilità di creare sin da subito di un circuito di moneta locale (esistono già gli esempi e le teorie, manca un’applicazione su larga scala), quindi svincolato dagli strumenti classici del credito bancario, da collegare successivamente alla riconversione di parte dell’economia distrettuale verso la produzione di beni e servizi per il consumo su scala locale – secondo modelli ecologicamente e socialmente sostenibili.
In questa ottica, grande importanza è attribuita sia alla dimensione artigianale del lavoro, sia alle forme cooperativistiche e consortili.
Per fare questo, è necessaria anche una forte struttura capace di analisi adeguate: per questo, anche per evitare inutili sprechi e sovrapposizioni, la Provincia dovrebbe puntare sulla creazione di un’unica Agenzia per l’Analisi Strategica – da collocare “in staff” all’organizzazione dell’ente provinciale - in collaborazione con le amministrazioni comunali, riorganizzando i vari centri di ricerca e di studi attualmente partecipati dall’ente.

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