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La mer, la fin...

martedì 9 giugno 2009

Prato al voto. E Cenni ci prova con tutti...

Leggetevi le ultime righe dell'articolo... Tanto di cappello alla mossa alla Sarkozy!
MV

da il Tirreno del 09/06/09
«La gente chiede di essere ascoltata»

In 200 si radunano in corso Mazzoni per stringere la mano a Cenni

L’imprenditore si rivolge alle liste civiche: «Non ho pregiudizi ideologici e condivido degli altri numerosi temi specifici»

PRATO. Niente spumante. Nè calici alzati. «Il ballottaggio non si festeggia anche se per noi questo è un ottimo risultato». Sorrisi, abbracci, voglia di ritrovarsi insieme per commentare il risultato elettorale. C’erano almeno 200 persone, ieri sera, davanti al Cristall, il quartier generale della coalizione del Pdl. Del resto è la prima volta, negli ultimi sessant’anni, che un candidato del centrodestra si gioca la possibilità di sedere sullo scranno di primo cittadino. Un sogno che mister Sasch, alias Roberto Cenni, è riuscito a far diventare realtà bloccando la corsa, che sembrava inarrestabile, di Massimo Carlesi.
Roberto Cenni fin dalla prima serata di ieri è rimasto al Cristall, accando ai suoi sostenitori, a guardare i risultati. E poi quando ormai mancavano gli ultimi seggi, in corso Mazzoni, in mezzo alla sua gente. Qualche caffè nei bar del centro storico e strette di mano a non finire. Anche con “l’avversario” Carlesi incontrato per lo speciale di Tv Prato da piazza Duomo. In tanti, anche tra coloro che non lo conoscevano personalmente, hanno voluto stringergli la mano. Quasi come se improvvisamente una parte della città fosse uscita fuori, senza remore, a dire “io voto centrodestra”. E adesso, grazie a questo risultato, non temo di dirlo, di farmi vedere. Del resto così tanta gente non si era mai vista a un comitato elettorale diverso da quello del centrosinistra.
Un risultato parzialmente inaspettato anche per il candidato sindaco che alle urne ha trasformato in carta per coriandoli i risultati dei sondaggi pre-voto (sia quello del Pdl sia quello del Pd) che lo davano a diversi punti di distanza dal candidato del centrosinistra ma soprattutto senza nessun consenso personale. Un risultato dei sondaggi che hanno creato qualche frizione anche all’interno della coalizione.
Cenni invece è rimasto fermo al timone della barca del centrodestra e il primo risultato è arrivato. «Crederci era difficile - commenta l’imprenditore - perché in questa città c’erano anche il 20% dei voti di distanza. Io però ho sempre creduto al nostro progetto per la città e l’ho portato avanti facendo tutto quello che era necessario fare».
Un’avventura che a Cenni è piaciuta. Molto. «Avevo frequentato attivamente associazioni come Confindustria e la Fondazione - racconta - ma non avevo mai avuto un rapporto così stretto con la gente. Conoscevo i problemi ma non il peso, l’impatto effettivo che avevano i problemi. Aver parlato e conosciuto tante persone è stata la parte più bella di questa campagna elettorale che mi ha arricchito molto personalmente. Io ho ascoltato molto e credo che la città avesse bisogno proprio di questo. Non si cercava un politico, ed io non lo sono e non lo sono diventato in queste ultime settimane, e questo credo mi abbia ripagato in termini di voti».
Cenni, come del resto Attucci, è convinto che la città avesse bisogno di incontrare qualcuno disposto ad ascoltarne gli sfoghi. «Ho notato che c’è tanta voglia di parlare dei propri problemi, di trovare qualcuno con la voglia di farsi carico delle richieste. Semplicemente di una persona che si mette a disposizione della città senza posizioni preconcette ma con la sola volontà di capire fino in fondo cosa i cittadini chiedono».
Ora ci saranno i 15 giorni più difficili. «La mia ricchezza è stata questa - aggiunge - e continuerò a contattare persone».
Gente comune ma anche gli altri candidati sindaco. «In questa campagna elettorale ho già avuto modo di ascoltare i programmi degli altri. Non ho posizioni preconcette e mi trovo d’accordo con molti di loro: apprezzo il progetto di sicurezza che ha portato avanti Milone, la ricerca di una migliore qualità della vita di Barosco, la riqualificazione della città senza un’eccessiva cementificazione di Paoletti, l’esigenza di salvaguardare gli scavi etruschi della Ermini. Nei prossimi giorni parlerò con ognuno di loro. Io penso al futuro di questa città e non ho nessun pregiudizio ideologico».
Ile.R.

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