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da il Tirreno del 05/06/09
Il candidato Wong: «La comunità cinese può aiutare la città»
«Il centrodestra erige muri e invece serve più dialogo»
A pochi giorni dalla fine della campagna elettorale Marco Wong rivendica «la possibilità di contribuire a una corretta informazione sul tema dell’immigrazione cinese» in contrapposizione agli schieramenti che invece «ne hanno dato una visione parziale a fini politici».
«Lo sbaglio - critica - è stato quello di focalizzarsi su un unico aspetto di una realtà che invece è assai più variegata. Mi riferisco soprattutto ai toni della campagna elettorale portata avanti da certi candidati, basata esclusivamente su controllo e repressione».
Quello dell’irregolarità è un problema serio e l’aspirante consigliere non ne nasconde la gravità. «Però - sottolinea - le misure che si vogliono adottare non sono efficaci per risolvere i problemi. Serve un’opera di maggiore dialogo tra istituzioni e comunità cinese volta alla prevenzione: è nell’interesse di molti imprenditori mettersi in regola». A questo proposito Marco Wong prende a esempio il titolare della Giupel Xu Qui Lin (Giulin) iscritto a Confindustria: «Le istituzioni dovrebbero lavorare per far sì che persone come lui diventino un modello per tutti».
Il candidato di “Sinistra e Libertà” invita poi gli aspiranti sindaci a occuparsi di integrazione: «Un terzo dei bambini che nascono in città sono di origine cinese, ma nei dibattiti di queste settimane non ho mai sentito parlare di loro, che pure rappresentano il futuro di Prato. E mentre in una delle università più importanti d’Italia come la Bocconi di Milano ci sono centinaia di studenti cinesi, a Prato si deve affrontare ancora il problema dell’abbandono negli istituti tecnici».
Alla città Wong propone anche alcune idee per valorizzare la presenza locale delle piccole imprese dei suoi connazionali: «Potrebbero rappresentare un’opportunità per portare i prodotti made in Prato sui mercati asiatici. Anche sul turismo, i 30mila turisti cinesi che nel 2008 hanno soggiornato in città, potrebbero rappresentare un’ottima opportunità di sviluppo».
Barbara Burzi
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