la zia Alma
per il Verde Municipio
‘Variante ex Banci: scempio di una giunta allo sbando’
la Nazione 12/04/2009
«CON l’approvazione della cosiddetta variantina a stralcio, che invece è una variante di eccezionale impatto destinata a segnare in maniera profonda la città, la giunta Romagnoli sottoscrive la propria dichiarazione di fallimento». Alberto Magnolfi, capogruppo di Forza Italia in Regione, non usa giri di parole sul via libera alla variante per la declassata, nella prospettiva — quanto mai incerta nei tempi, nei costi e nella sostenibilità economica — di realizzare il polo espositivo dell’ex Banci.
«NON ESISTE nessun disegno complessivo della città — dice l’esponente azzurro —, nessuna scelta sulle infrastrutture, nessun raccordo con le altre realtà del territorio, nessuna indicazione per uno scenario economico tutto da ricostruire: la giunta si limita a ‘sparare’ un grosso colpo di cannone a salve». Non solo. Magnolfi elenca uno dopo l’altro i punti di debolezza del progetto. «Niente di ciò che la variante ex-Banci prefigura ha la minima possibilità di concretizzarsi nei tempi ragionevoli che ci interessano — aggiunge —: mancano le risorse, i contenuti credibili (tale non è la novella del polo espositivo) e le infrastrutture minime indispensabili per far funzionare il sistema. Niente si realizzerà, ma se si realizzasse nel modo in cui è stato previsto, la nostra città sarebbe portata al collasso. Questa eredità inutile ed arrogante tenta di condizionare anche il lavoro della nuova giunta. Toccherà ai pratesi impedire con il voto che si realizzi l’ultimo scempio di una giunta ormai allo sbando».
SUL NODO ex Banci Magnolfi ha presentato anche un’interrogazione al presidente della Regione Claudio Martini. E’ un testo molto dettagliato, in cui ripercorre le criticità del progetto, a partire da quelle infrastrutturali legate all’area metropolitana, e in cui sottolinea l’inadeguata partecipazione concessa ai cittadini nelle scelte dell’amministrazione, posizione che anche la sinistra radicale e i comitati condividono in pieno. «Il Comune sta mettendo in atto solo un inutile rito partecipativo che non consente di contribuire effettivamente alle decisioni — scrive —: molte associazioni e comitati hanno denunciato tutto questo, chiedendo anche l’intervento dell’Autorità regionale per la partecipazione. Non solo. Diffuse perplessità nascono anche dal fatto che le aree destinatarie delle nuove consistenti capacità insediative risultano di proprietà di una spa pubblica controllata dal Comune (il Consiag, ndr), che non dovrebbe avere tra i suoi compiti quello di promuovere investimenti immobiliari di questa portata, nonché le modalità della progettazione affidata a società partecipata dal Comune, in modo da evitare il ricorso all’affidamento pubblico». Magnolfi chiede così a Martini cosa pensa di questa variante, sia sul metodo sia per i contenuti rispetto agli indirizzi di politica territoriale della Regione, e che giudizi dà sull’adeguatezza degli strumenti partecipativi adottati dal Comune. Martini dovrà rispondere: prima delle elezioni?
an. be.
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