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La mer, la fin...

giovedì 9 aprile 2009

Prato. Edili e furbetti

La concorrenza sleale nell'edilizia non è novità di ora, né lo è l'uso massiccio di manodopera a nero. Certo, sono impressionanti i numeri, per i quali il 45% dei lavoratori iscritti alla Cassa Edile "ruota" attorno al nero.
Consigliamo vivamente di indagare anche sul (mancato) rispetto delle norme di sicurezza, altro campo nel quale tante imprese edili non vanno per il sottile.
E poi vogliamo "rilanciare l'edilizia"...
MV

da il Tirreno del 09/04/09
Concorrenza sleale anche nell’edilizia

Sempre più ditte ricorrono alla manodopera a nero degli immigrati

Il presidente Massimo Paolieri denuncia otto imprese per aver falsificato il Durc il registro di regolarità contributiva

PRATO. A dare il buon esempio è stato il presidente della cassa edile in persona, Massimo Paolieri, che alla Procura della Repubblica ha denunciato otto ditte pratesi: erano colpevoli di aver falsificato il Durc, il documento unico di regolarità contributiva obbligatorio per tutte le imprese di edilizia.
Non è che l’inizio di una nuova guerra, quella dichiarata dalla cassa edile della provincia di Prato ai “furbetti” del settore, ditte che ricorrono a manodopera a nero (molti immigrati rumeni e albanesi) senza inquadrarla a norma di legge, facendo così un torto alle aziende che le regole invece le rispettano. A far scattare un campanello d’allarme su questa concorrenza sleale sono i numeri illustrati ieri mattina dai vertici di cassa e scuola edile, cpt (comitato paritetico territoriale per la prevenzione), sindacati e associazioni degli industriali e degli artigiani. Ovvero: il 45% dei lavoratori sul totale dei 3700 addetti iscritti alla cassa edile nel 2008 ruota intorno al pianeta del sommerso.
Cresce l’abusivismo delle ditte di nazionalità straniera, anche tra le imprese con gli occhi a mandorla che si affacciano sempre di più al ramo dell’edilizia (15 quelle cinesi iscritte alla Camera di commercio). «Le aziende sane e rispettose delle leggi - denuncia Massimo Paolieri - non dovranno più permettere questa escalation di lavoro irregolare che ultimamente si sta verificando a Prato. Combatteremo questi fenomeni con denunce scritte e una nuova fase di controlli incrociati con gli altri organi deputati alla vigilanza nei cantieri, come Asl, ispettorato del lavoro, Inail e Inps. Non vogliamo fare la stessa fine del tessile subendo la concorrenza sleale».
Non ha peli sulla lingua il presidente della Cassa edile pratese quando ammette di aver denunciato un gruppo di aziende pratesi che si erano presentate agli uffici comunali competenti con un Durc falso. «Per non parlare di una ditta meridionale che aveva vinto un lavoro per l’Enel a Prato: anche in quel caso nei versamenti dei contributi per i dipendenti c’era qualcosa che non tornava», denuncia il presidente della cassa edile. Una vita difficile, quella nei cantieri pratesi dove si costruiscono case e palazzi, dove ogni giorno i lavoratori rischiano la pelle. «Le irregolarità sono sotto gli occhi di tutti, non capisco perchè un vigile urbano o un carabiniere non possa intervenire con un controllo a sorpresa in queste realtà», fa notare Paolieri. D’ora in poi, ad ogni modo, si volterà pagina. «Abbiamo assunto un ingegnere incaricato di effettuare queste ispezioni - fa sapere Marco Baldi, presidente del comitato paritetico territoriale - e costitueremo un tavolo tecnico con gli altri soggetti preposti per contrastare in tutti i modi il lavoro irregolare».
Ma quali sono le aziende che sgarrano? Stando alla lettura fornita dalla cassa edile, a commettere infrazioni sarebbero anche i “pesci grossi”, imprese che spesso si aggiudicano commesse importanti sul territorio. «Ma anche i committenti hanno delle responsabilità - conclude Baldi - nel momento in cui devono pretendere di avere il documento di regolarità contributiva che è la fotografia dell’azienda cui affidano i lavori. E’ il principio della responsabilità solidale nella filiera edilizia che sta venendo meno a Prato. E il settore dei lavori pubblici non ne è esente».
Maria Lardara

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