TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 8 aprile 2009

Memento. Pratesi in Lucania

Ricordate i pratesi in Lucania? la storia va avanti...
MV

da il Tirreno del 08/04/09
Tredici esuberi al lanificio Draplane

L’affare per l’acquisto della ex Standartela in Basilicata va avanti

La società aveva proposto riduzione dei bonus e incentivi in caso di utile

PRATO. Annunciati 13 esuberi alla Draplane su un totale di 25 lavoratori. Il lanificio, un tempo di proprietà della famiglia Bellucci e poi passato di mano alla società Undated (società che ha avuto vari passaggi di proprietà anche recentemente), sta mettendo a punto una razionalizzazione dei costi per far fronte a un calo di ordini in particolare dagli Stati Uniti e dalla Francia. Un taglio importante di posti che arriva mentre, almeno a quanto ha riferito la proprietà in vari incontri, prosegue l’accordo per acquistare la ex Standardtela di Sant’Angelo Le Fratte, in provincia di Potenza.
L’apertura della procedura di mobilità del lanificio arriva, anche se era comunque nell’aria, dopo un mancato accordo per la riduzione dei superminimi ai dipendenti dell’azienda e un conseguente meccanismo di ripartizione di eventuali utili. Una proposta che l’amministratore Alberto Meoni e l’imprenditore, ex Casentino, Simonello Marchesini (il figlio Marco è socio della Undated, o almeno lo era prima del nuovo passaggio di quote avvenuto nei giorni scorsi di cui hanno beneficiato Meoni e una società fiduciaria) avevano illustrato ai dipendenti durante un’assemblea avvenuta recentemente e poi bocciata dal sindacato a cui i lavoratori si erano rivolti.
Oggi è fissato un incontro con i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil e per domani un’assemblea con i lavoratori della società per discutere della procedura di mobilità.
Intanto sembrano andare avanti le trattative con la Regione del sud per rilevare l’ex azienda tessile della Basilicata destinata a diventare, almeno secondo i progetti iniziali portati avanti da Marchesini e Job&color (nel frattempo fallita), il braccio produttivo del futuro gruppo. A Draplane - grazie al prestigio sui mercati dei propri marchi - sarebbe invece toccato il ruolo di punta nella gestione commerciale.
Una riduzione che sembra mal collegarsi all’imponente investimento in ponte ma che sarebbe motivata dai tempi comunque ancora lunghi per il decollo dell’affare Basilicata (servirebbe ancora un anno, un anno e mezzo) e quindi dall’esigenza di Draplane di ridurre nel frattempo i costi legati alla manodopera.
I.R.

1 commento:

Anonimo ha detto...

sono gli stessi che dopo aver provocato il fallimento della Coperativa di Soci, del Lanificio del Casentino e della Bistoffe ... anche la Draplane.