TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

domenica 12 aprile 2009

Prato. Storie di ordinaria ingiustizia.

Riportiamo questa storia di una famiglia pratese in difficoltà. Se qualcuno potesse aiutare...
Dal nostro punto di vista è tutto terribilmente chiaro, ancora una volta. L'illegalità del sistema Prato, i conseguenti riflessi sulla vita degli immigrati, la crisi della Recoplast e il sottile razzismo di operatori sociali poco preparati, dipendenti di un assessorato ante S. Vincenzo de' Paoli.
Plìn! Avanti un altro...

da il Tirreno del 12/04/09

Lui vive in macchina, la famiglia alla coop sociale
Sfrattato dopo un contratto capestro, operaio chiede aiuto al Comune

PRATO. La moglie e le tre figlie rispettivamente di otto mesi, cinque e sei anni, sono ospitate dalla cooperativa sociale Alice nella Casa delle donne, lui vive e dorme in macchina. Hamid El Rhaouat, marocchino in cassa integrazione dopo la chiusura della Recoplast, dove lavorava come operaio a tempo indeterminato, ha chiesto una soluzione al Comune per riunire la sua famiglia sotto un unico tetto ed ha chiesto giustizia verso chi lo ha sfrattato sulla base di un contratto dove c’era scritto di pagare 100 euro al mese ed invece ne ha sempre riscossi 600. Hamid ha avuto l’aiuto del Comune per la moglie e le figlie, tutte e tre nate a Prato, ma per ottenere un alloggio popolare forse non sarà né facile né breve. E anche la Giustizia purtroppo, per ora, è solo riuscita a dargli una data: 20 aprile 2011.
«Il signor El Rhaouat si è rivolto ad un legale troppo tardi. Quando ormai gran parte della sua situazione era compromessa - dice l’avvocato Andrea Lai, che adesso lo difende - Ora siamo riusciti a fare solo una opposizione al decreto ingiuntivo perchè in realtà lui ha già pagato gran parte di quelle cifre che gli vengono richieste».
Sì, perchè da quando El Rhaouat si è accorto che stava pagando sei volte di più di quello che era scritto nel contratto ha smesso di pagare l’affitto. E così è nata la morosità e il giusto pretesto per lo sfratto. In realtà il marocchino aveva anche ricevuto un aiuto economico dal Comune per pagare l’affitto arretrato ed il giudice aveva dilatato di un anno la decisione sullo sfratto. Termini scaduti senza che El Rhaouat si affidasse ad un avvocato che lo seguisse nelle varie pratiche e così, quando lo ha fatto era ormai tardi. «El Rhaouat ha le ricevute che dimostrano di aver pagato seicento euro al mese, mentre il contratto recita che avrebbe dovuto pagarne milleduecento all’anno - dice ancora l’avvocato Lai - Quando comincerà il processo cercheremo di accertare se c’è stato un errore sul contratto oppure se il proprietario dell’immobile ha commesso un illecito fiscale. Purtroppo però i tempi della Giustizia sono quelli che sono e l’udienza è fissata fra due anni».
«Cosa devo fare io fino a quella data? Io voglio stare con la mia famiglia - dice El Rhaouat - L’assistente sociale che ci segue non mi piace, ho chiesto di cambiarla. Io ricevo settecento euro al mese di cassa integrazione e credo che con un po’ di aiuto dal Comune si possa trovare una soluzione per me perchè io possa vivere sotto lo stesso tetto della mia famiglia».
Pasquale Petrella

Nessun commento: