il Tirreno 4 APRILE 2009
di Daniela Salvestroni
Soldi ai rom che tornano a casa
Pisa studia i rimpatri assistiti: interessate 500 persone
La proposta viene dalla Società della salute: previsti contributi fino a mille euro a famiglia
PISA. Con un contributo che, secondo ipotesi non ufficiali, potrà andare da 500 a 1.000 euro a capofamiglia, la Società della salute (Sds) sta proponendo ai rom degli insediamenti abusivi di Pisa, circa 500 persone, il rientro in Romania. Sembra che le cifre non siano ancora state definite, in attesa di sapere quante persone aderiranno alla proposta, ma l’iniziativa è stata confermata dal direttore della Sds Giuseppe Cecchi e dal sindaco di Pisa Marco Filippeschi.
In una nota la Società della salute ha voluto chiarire che «i rimpatri assistiti di alcune famiglie abitanti negli insediamenti non autorizzati presenti nel territorio comunale sono uno degli interventi presi in considerazione dagli operatori della Società della Salute nell’ambito del lavoro di monitoraggio diretto a stabilire numero, condizioni di vita e problematiche di tali persone. La proposta è emersa a partire dalla richiesta esplicita di alcune famiglie ed è stata successivamente estesa agli altri nuclei potenzialmente interessati».
Per il sindaco di Pisa si tratta di un esperimento importante, anche se è ancora agli inizi, ed è in linea con l’intesa che sarà sottoscritta nei prossimi giorni con la Regione sui rimpatri assistiti. «È una possibilità - ha detto Marco Filippeschi - in linea con le politiche dell’Unione Europea e a beneficio delle famiglie, se c’è la volontà di rientro. Tuttavia queste sono le prime sperimentazioni, il percorso potrebbe essere lungo e i risultati sono ancora da valutare, anche se tutti speriamo che funzioni. D’altra parte, Pisa è la città toscana che ha accolto, per varie ragioni, il maggior numero di persone rom. Facendo una proporzione, sono più che a Firenze».
La Società della salute non ha confermato l’ammontare del contributo economico. «La normativa consente di organizzare i rimpatri volontari - ha sottolineato il direttore Giuseppe Cecchi - ma è presto per parlare di cifre: non sappiamo ancora quante persone potranno essere interessate, pertanto il sostegno potrà variare».
Il fatto che si vuole sottolineare è l’approccio al fenomeno: «Non intendiamo affrontare quella dei rom come questione di ordine pubblico, con gli sgomberi, ma cerchiamo di stabilire un contatto diretto con le persone, in modo da verificare le loro necessità e trovare con loro le soluzioni possibili». E a proposito di chi dovrà vigilare sui rom rimpatriati, Cecchi ha risposto che «la questione non è stata ancora affrontata, ma dovrà essere definita con accordi tra Stati».
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